Lugano ● Venezia
SITO IN COSTRUZIONE
LA MONOTIPIA
Nel corso degli anni Aymone Poletti ha affidato una parte importante del suo racconto artistico al mono- tipo. Si tratta di un procedimento che, pur restando nei confini di stampa, ha la caratteristica peculiare di sfruttare la matrice calcografica non per una mol- tiplicazione dell’immagine, ma bensì per ottenere im- pressioni originali ed uniche.
In questo caso il segno pittorico viene apposto in modo speculare, mediato da una lastra che appoggia il colore sul foglio con una pressione calibrata: si tratta quindi di un’operazione di sottrazione rispetto a quella che prevede un segno apposto direttamente sulla carta.
Paesaggio montano (ieri era ancora estate … )
Monotipo, 2014, 9 x 13 cm collezione privata, Lugano
In questo caso il segno pittorico viene apposto in modo speculare, mediato da una lastra che appoggia il colore sul foglio con una pressione calibrata: si tratta quindi di un’operazione di sottrazione rispetto a quella che prevede un segno apposto direttamente sulla carta.
Tuttavia, il monotipo è una tecnica nella quale, il principio essenziale della creatività – ovvero quello della casualità – resta sempre presente. Non solo nella fase di costruzione dell’immagine, ma anche oltre quel momento di iniziale composizione, dove tutto può modificarsi con un semplice soffio di vento.
Ogni lavoro possiede una propria narrazione specifica. Quelle di Aymone Poletti sono impressioni intime, accenni che stemperano sia il disegno, sia la struttura razionale dell’immagine e la materia, per farci immergere in luoghi in cui vagare e piacevolmente perderci.
Questa tecnica resta, dunque, un’eccellenza dell’intervento creativo: un travaglio coraggioso, e talora periglioso, al quale l’artista si affida per le sue visioni paesaggistiche (anche in questo caso sovente con riferimenti a testi letterari e poetici), nelle quali individuiamo con nettezza ed evidenza, le sagome di crinali montani, delle colline, del sole, della luna, all’interno di trame, reticoli e di atmosfere diluite e simboliche.
La scogliera,
Monotipo, 2013, 21 x 18 cm collezione privata,
Lugano
“(…) Quanto alle reti e ai tramagli presenti, essi vanno interpretati come operatori dal significato multiplo. Sfanno lì a proteggere le figure, a renderne meno netti e realistici i contorni, a distanziarle virtualmente su una scena onirica, e servono in particolare a suggerire campiture e a garantire collegamenti fra i microinsiemi.
Ma non dimentichiamo che queste refi coinvolgono soprattutto il nostro guardare.
Non è forse su una piccola refe chiamata rètina che prendono vita le immagini℃ Aymone ci invita a entrare nella sua refe, vale a dire nel suo sguardo. E allora lasciamoci catturare, … ne saremo ben ripagati.”
Gilberto Isella
Un mondo lontano,
Monotipo e tecnica mista su carta, 2013, 15 x 15 cm collezione privata, Aranno